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MERCOLEDÌ 4 MAGGIO 2016 - INTERVISTE

GARGANO A TUTTO TONDO: "NAPOLI CITTÀ UNICA, MA NON CONDIVIDO LA LORO CULTURA"


A parlare è l'ex centrocampista azzurro


 
     
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A cura di: Gennaro Di Giovanni
Fonte: Napolicalcionews

Walter Gargano, soprannominato "El Mota" ha rotto il silenzio e dopo alcuni mesi è tornato a parlare ai microfoni della radio messicana RG. Dichiarazioni non proprio al miele indirizzate ai suoi ex tifosi e Walter Mazzarri. Ecco quanto estratto:

“Paolo Betancourt mi ha portato in Italia, ci furono vari club che mi rifiutarono per la mia altezza ma fu il tecnico del Napoli, Edy Reja, che mi volle in azzurro”.

"I napoletani sono insolenti, maleducati. In qualsiasi momento ti assalivano gridando nella loro lingua, il napoletano, “uè, gargà, vieni qua”, senza mai chiedere per favore. È unico per un calciatore, c’è una passione immensa: se le cose vanno bene non puoi uscire di casa, e se vanno male nemmeno!”.

Qual è stata la tua maggiore difficoltà riguardo il calcio italiano? “A livello tattico.  Il calcio italiano, insieme a quello inglese, è uno di quelli più complicati”.

Com’è stato il tuo rapporto con Benitez? “Gli sono grato perché sono tornato a Napoli grazie a lui. L’Inter voleva comprarmi, ma arrivò Mazzarri e con lui non c’erano dei problemi, ma delle divergenze d’opinione. Se mi dicono che una cosa è verde, ma io la vedo nera, per me continuerà ad essere nera. Ha avuto problemi anche con Lavezzi, e non è stato mai riconoscente con me: ci fu un giorno in cui il Pocho voleva picchiarlo e fui io a fermarlo! Se non ci fossi stato io…”.

E perché voleva picchiarlo? Perché Mazzarri voleva avere sempre l’ultima parola, aveva un carattere particolare e noi eravamo giovani e un po’ ribelli. Non gli piaceva nemmeno che bevessimo il mate (tipica bevanda sudamericana, ndr) negli spogliatoi  o che ascoltassimo la nostra musica. Sono cose caratteristiche per noi, e a lui non piacevano”.