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MARTEDÌ 30 GIUGNO 2015 - NEWS

DAL CALCIO ROMANTICO ALLE SPA DEL FUTBOL


Il calcio è ormai nelle mani dei potenti e le gestioni societarie oculate, ad esempio il modello Udinese adottato dai Pozzo, restano dei casi isolati


 
     
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A cura di: Redazione
Fonte: Napolicalcionews.it

Broker asiatici, imprenditori arabi e statunitensi, fondi di investimento, diritti televisivi e sponsor internazionali. Il mondo del calcio è cambiato radicalmente negli ultimi 25 anni divenendo un business a tutti agli effetti. Le vecchie gestioni familiari degli anni 70-80, - come non menzionare i grandi Anconetani e Costantino Rozzi -, sono state soppiantate da vere e proprie SPA e holding in cui i bilanci hanno un’importanza prioritaria rispetto a quel romanticismo che ha fatto del calcio uno degli sport più amati nel mondo.

Stimare e valutare con esattezza il volume di soldi che ruota attorno al pianeta del calcio è un’impresa titanica anche per i migliori analisti del settore. Al di là dei calcoli prettamente matematici, possiamo affermare che un ruolo chiave nelle gestioni societarie è quello rivestito dagli sponsor. I fondi stanziati dai patrocinatori permettono ai club di tenere i bilanci in attivo e di non incorrere nelle sanzioni imposte dal fair play finanziario, in secondo luogo consentono alle società di allestire delle rose competitive e valide sia per i campionati nazionali, sia per le manifestazioni internazionali come Europa League e Champions. 

L’assioma tra potere economico e risultati è ormai una delle leggi dello sport. Prendiamo ad esempio in esame l’FC Barcelona. Il club di Bartomeu ha firmato l’anno passato un contratto da 30 milioni di euro annuali con la Qatar Foundation, dopo aver resistito per oltre un secolo alle sirene degli sponsor nazionali e internazionali. Non solo gli sceicchi, ma anche il mondo del gambling online è entrato di prepotenza nel mondo del calcio, come testimonia la partnership del colosso inglese Bwin con i rivali storici del Real Madrid. Il club di Florentino Perez incassa quasi 25 milioni di euro annuali dal noto operatore di scommesse e casinò inglese, un tesoretto che permette ai blancos di compensare molte delle spese di gestione. Bwin è entrato anche nel mercato italiano come top sponsor della Juventus, ma con un budget decisamente inferiore rispetto agli spagnoli. Le aziende specializzate in gambling risultano tra le più attive e stanno sostenendo anche altri club italiani: www.32red.it ha firmato un contratto di due anni con il Bologna FC di Tacopina e Saputo, risalito in Serie A dopo un anno di inferno nella serie cadetta. Dallo scorso anno gli inglesi di Betclic sostengono la Fiorentina dei fratelli Della Valle, mentre tra gli sponsor istituzionali del Napoli compare il marchio Intralot Casino Online. 

Non solo gambling e sceicchi. Tra i potenti del calcio spiccano anche le aziende tecnologiche, su tutte T-Home che eroga ben 25 milioni di euro all’anno per il Bayern Monaco di Pep Guardiola, che nell’ultimo decennio ha avuto sempre a disposizione liquidi per creare una squadra di altissimo profilo. Sempre nel settore tecnologico rientra il colosso coreano della Samsung che stanzia oltre 23 milioni di euro l’anno al Chelsea di Roman Abramovich. Appaiato in questa speciale classifica legata alle sponsorizzazioni il Milan di Silvio Berlusconi, - che recentemente ha venduto a sorpresa il 49% delle azioni alla cordata guidata da Mr Bee Taechaubol -, con 23 miloni di euro provenienti dal colosso Fly Emirates. A distanza quasi siderale dai cugini rossoneri troviamo l’Inter di Erick Thohir, che gode annualmente di ben 12 milioni di euro stanziati dalla Pirelli, marchio da sempre legato alla famiglia Moratti.

Analizzando i risultati ottenuti e i trofei conquistati negli ultimi cinque anni da Bayern Monaco, Real Madrid, Barcellona e Juventus, possiamo affermare come le leggi moderne del calcio siano esclusivamente regolate dal dio denaro. Senza sponsor di rilievo, senza fondi da investire sul mercato per il rafforzamento della rosa si rischia di rimanere nell’anonimato del calcio nazionale e internazionale. Il calcio è ormai nelle mani dei potenti e le gestioni societarie oculate, ad esempio il modello Udinese adottato dai Pozzo, restano dei casi isolati. In tale contesto rientra anche il ridimensionamento delle ambizioni del nuovo Napoli di mister Sarri, che senza le palanche provenienti da sponsor di caratura internazionale e senza i milioni di euro erogati dalla qualificazione Champions, sarà costretto a ripartire quasi da zero per scalare posizioni nella scala gerarchica del calcio italiano. L’impresa per l’ex tecnico dell’Empoli e per il presidente partenopeo De Laurenittis sarà ardua, ma la speranza di milioni di tifosi napoletani resta quella di ritornare grandi con un prodotto low cost e quasi interamente made in Italy.