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LUNEDÌ 25 MAGGIO 2015 - INIZIATIVE

DOV’È LA VITTORIA – LE DUE ITALIE NEL PALLONE


Il nuovo libro di Angelo Forgione


 
     
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A cura di: Redazione
Fonte: Napolicalcionews.it

La casualità non esiste e spesso a pensar male ci si azzecca. La sconfitta in semifinale di Europa League subita ad opera degli ucraini del Dnipro è ancora viva nella mia mente. È vero che gli azzurri potevano metterci più intensità e grinta, come è vero che se Higuain avesse messo la palla dentro forse oggi ci staremmo preparando per la finale di Varsavia, ma non posso non ricordare l’arbitraggio scandaloso nelle partite di andata - un gol in netto fuorigioco nell’unica azione degli ucraini - e soprattutto in quella di ritorno - gioco duro sin dall’inizio, entrate da dietro non sanzionate, rigore sacrosanto non assegnato al Napoli, mancata espulsione e infine il gol qualificazione segnato commettendo un fallo sul difensore del Napoli - che ha condizionato l’esito della semifinale. Il solito vittimismo dirà qualcuno. Forse sì o forse no. Non credo alla casualità e il fatto che le due squadre finaliste rappresentino le due federazioni che sostengono il potere dell’attuale presidente della UEFA, l’ex campione francese della Juventus “Le Roi” Michel Platini, mi fa riflettere. Così come deve far pensare che il designatore degli arbitri UEFA è l’italiano Collina che è anche supervisore e consulente, tramite un suo collaboratore della federcalcio ucraina. Un leggero conflitto di interessi che nel calcio come in tutti gli ambiti sociali non sorprende più nessuno, purtroppo.

Ma gli scandali nel mondo del football non nascono di certo oggi. Gli intrecci politici, economici e “sportivi” sorgono con la nascita dei campionati e delle federazioni nazionali e internazionali. Ce lo racconta il giornalista, blogger e scrittore Angelo Forgione che dopo il successo del primo libro “Made in Naples”, è in questi giorni in libreria con la sua ultima opera: Dov’è la vittoria: le due Italie nel pallone (aspetti sportivi della malaunità politico-economica). Forgione analizza le cause delle differenti performance sportive dei movimenti calcistici del Nord e del Sud d'Italia, inquadrate nell'ottica del divario interno italiano su cui convergono da sempre la politica e la finanza nazionale. Il libro è un approfondimento sulle dinamiche oscure che - da sempre - regolano il “dietro le quinte” del Calcio italiano. Sin dalla sua nascita.

Forgione ci trasporta con una lettura piacevole e intensa in un mondo inesplorato raccontandoci il lato oscuro del calcio e spiegandoci i perché. Perché il Nord ha vinto più di 100 scudetti mentre il Sud non è arrivato neanche in doppia cifra? Perché le squadre del Sud faticano ad affacciarsi alla Serie A? Come hanno fatto le squadre settentrionali a prendere il pallino del gioco? E come l’hanno mantenuto? Cosa ha consentito a Cagliari, Napoli, Roma e Lazio di raccogliere le briciole lasciate dalle squadre del Nord? Perché Juventus, Milan e Inter sono squadre “nazionali"? E perché sono le più amate ma anche la più odiate? Perché il Napoli gode di una passione smisurata ed è considerata la vera nazionale dal suo popolo? Quando e come nasce la discriminazione territoriale? Chi ha manipolato la passione degli italiani? Quesiti che leggiamo dal retro di copertina. Chiediamo all’autore di anticiparci le risposte durante una chiacchierata pubblica in anteprima, in attesa delle presentazioni del 30 maggio alla libreria IoCiSto del Vomero con Carlo Alvino e del 10 giugno a La Feltrinelli di Chiaia con Luigi Necco e Rosario Pastore.

Il libro fornisce tutte le risposte. Bisogna fissare un presupposto, e cioè che esiste una relazione stretta tra il Calcio e l’Industria, che questa disciplina il Calcio è nata dal mondo dell’industria, e si è poi allacciata con quello della politica e della finanza. Dunque, non è pensabile che in paese a due velocità come l’Italia, dove l’industria, la politica e la finanza concentrano le proprie forze al Nord, il Sud possa reggere il confronto. Non solo le grandi squadre meridionali hanno vinto pochissimi scudetti, in condizioni davvero particolari che hanno consentito il compimento di quello che è un vero e proprio “prodigio”, ma è in generale tutto il calcio del Sud a frequentare con difficoltà la Massima Serie. Il “calcio industriale” del triangolo Milano-Torino-Genova iniziò a giocare a fine Ottocento e mantenne l’esclusiva fino alla fine degli anni Venti, quando il Fascismo impose la “nazionalizzazione” del Football. La stanza dei bottoni è sempre rimasta lì, anche se il Calcio genovese è calato con il ridimensionamento dell’industria cantieristica. Le squadre di Torino e Milano, invece, hanno continuato a vincere e hanno sfruttato l’appeal crescente nel periodo del “miracolo economico” degli anni Sessanta, quando un fiume di meridionali disoccupati salirono al Nord per dare slancio all’industria settentrionale. Quegli operai, maltrattati e discriminati, trovarono nel tifo per le squadre locali un modo per integrarsi e farsi accettare in un ambiente ostile, trasmettendo la loro nuova passione ai loro parenti rimasti al Sud, che pure iniziarono a sostenere tutta una serie di calciatori meridionali di quelle squadre, emigranti come gli operai. E così finisce che ancor oggi molti meridionali sposino fedi sportive nordiche, incidendo in tal modo nella distribuzione a favore di territori lontani di una parte dei proventi delle pay-tv e dei ricavi commerciali. Si tratta della volontà di recitare una parte da protagonisti in pubblico, perché di Calcio parlano praticamente tutti e tutti i giorni, magari scandalizzandosi per i continui scandali che lo investono, che non sono una novità degli ultimi decenni ma una costante mai arrestata di questo “sport” almeno dall’epoca fascista. Ma consiglio di leggere attentamente il libro, frutto di un lavoro lungo e profondo, mai fatto prima. Non si può capire il Calcio italiano se prima non si  conosce la storia unitaria d’Italia.

Dov’è la Vittoria è un’indagine a carattere storico-sociologico-antropologico supportata da studi di economisti, docenti universitari e istituti di ricerca, per individuare le cause delle differenti performance sportive dei movimenti calcistici del Nord e del Sud d'Italia, inquadrate nello scenario del divario interno italiano. Anche attraverso la ricostruzione dei maneggi oscuri nel “dietro le quinte” della grande passione degli italiani – su cui convergono la politica e la finanza nazionale – ne viene fuori una fotografia del Calcio tricolore che illustra con completezza un aspetto poco dibattuto dell’annosa “Questione meridionale”. I veri protagonisti sono l’Italia e gli italiani, che in realtà non esistono, e trovano anche nel Football un linguaggio comune per dimostrarselo. Tra gli aneddoti presenti nel libro possiamo ricordare i motivi che hanno portato al primo scudetto “meridionale” quello del Cagliari nel 1970 oppure della figura ambigua del grande manager Italo Allodi. Ma “Dov’è la vittoria” ha una linea narrativa che attraversa 100 anni di storia calcistica e nazionale ed è il potere della Juventus e soprattutto della FIAT e della famiglia Agnelli. Una squadra e una società da sempre vincenti e protagoniste di tutti gli scandali presenti e passati dalla nascita del Grande Torino al “ricatto” Anastasi, dai processi per doping alla costruzione dello Juventus Stadium o alla lotta intestina tra i due rami familiari - gli Agnelli e gli Elkan -  che hanno portato a Calciopoli. Un’opera quella di Forgione ricca e profonda che si sostiene con dati inconfutabili. Ne consiglio vivamente la lettura, ma voglio avvisare: dopo aver sfogliato l’ultima pagina di “Dov’è la vittoria” nulla sarà come prima. 

A cura di Marco Rossano