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MARTEDÌ 15 GENNAIO 2019 - STAMPA

CORI RAZZISTI: ADESSO ANCHE GRAVINA CONTRO SALVINI


Rispetto le idee del ministro Salvini, ma la Figc deve seguire le indicazioni di Fifa e Uefa


 
     
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A cura di: Maria Felicia Rosaria Del Pennino
Fonte: Gazzetta dello Sport

Dalla Gazzetta dello Sport di stamani, si legge di una intervista al presidente della Figc Gabriele Gravina per quanto riguarda la discriminazione territoriale e i cori razzisti, cambiando palesemente parere dopo che la UEFA si era espressa bacchettando l’Italia per il mancato rispetto del protocollo antirazzismo. La Uefa, dopo la gara di San Siro, aveva criticato la decisione di non bloccare la partita, per cui aveva diramato questa nota:

«La posizione espressa sul caso di Koulibaly riflette il pensiero della nostra organizzazione contro il razzismo e la discriminazione nel calcio. Siamo preoccupati per questo inaccettabile incidente razzista e per quello che sembra essere un mancato rispetto del protocollo antirazzismo ampiamente condiviso in tre fasi», l'ultima delle quali prevede appunto lo stop alla partita se i cori non si sono fermati.

La Uefa poi, rispondeva così, alla mancata attuazione del protocollo anti-razzismo durante la gara tra Inter e Napoli ad una domanda dell'Adnkronos per le dichiarazioni del ministro dell'Interno Matteo Salvini, il quale si era detto contrario alla sospensione delle gare.

L’intervista al presidente Gravina:

Presidente Gravina, lei rincorre riforme di lungo respiro, ma il nostro calcio vive quotidianamente di emergenze che richiedono decisioni eccezionali: l’ultima è il razzismo negli stadi. Cosa sta studiando la Figc?

"È innanzitutto un problema culturale, su cui dobbiamo lavorare tutti insieme, associazioni sportive e istituzioni del Paese, sensibilizzando le famiglie e le scuole. La prevenzione è fondamentale, noi nel nostro piccolo ci stiamo avvicinando all’Europeo Under 21 con un ciclo di lezioni di educazione sportiva nelle classi.Sulla repressione del fenomeno, rispetto le idee del ministro Salvini, ma la Figc deve seguire le indicazioni di Fifa e Uefa.

Nel prossimo Consiglio federale di fine mese, semplificheremo l’iter di sospensione delle gare previsto dall’articolo 62 delle Noif: contestualmente all’annuncio dello speaker, il gioco verrà temporaneamente sospeso e le squadre si raduneranno al centro del campo. Se i cori continuano, si va negli spogliatoi. A quel punto il responsabile dell’ordine pubblico deciderà se sospendere o riprendere la gara".

Dunque, non sarà l’arbitro a prendersi questa responsabilità?

"Lo escludo, l’arbitro deve fare l’arbitro. È impensabile che debba essere lui a prendersi la responsabilità di mandare a casa 50mila persone".

E chi dovrà segnalare i cori razzisti?

"Ci sono i collaboratori della Procura federale e il funzionario del Viminale: saranno loro a segnalarli al quarto uomo e ad attivare la procedura".

Sul piano delle sanzioni, è giusto punire questi fatti con la chiusura di interi settori o stadi?

"Io credo che le responsabilità debbano essere personali, altrimenti diventiamo prigionieri di pochi delinquenti. La responsabilità oggettiva delle società è un caposaldo del codice di giustizia, ma riflettiamo se non il sia caso di attenuarla aggiungendo delle esimenti. Se il resto dello stadio, ad esempio, sovrasta i buu con segni di disapprovazione, ne dovremo tenere conto".