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MARTEDÌ 7 APRILE 2020 - INTERVISTE

CALCAGNO (VICEPRES. AIC): “LEGA SERIE A, PIÙ CHE UNA PROPOSTA, UNA PROVOCAZIONE”


Noi abbassare i toni? Lo dicano alle società


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Umberto Calcagno vicepresidente dell’AIC, è intervenuto a Radio Goal su Radio Kiss Kiss Napoli.

“Quella della Lega è una proposta irricevibile perché non è una proposta. La Lega non ha potere per vincolare i soggetti come l’AIC, l’unica parte vincolante del comunicato è l’ultima frase. Più che una proposta è una provocazione di cui, secondo noi, non c’era bisogno.

Abbassare i toni? Grassani lo dica alle società di cui è consulente. Non mi pare che ci sia stata mancanza di disponibilità da parte di un solo calciatore. Se ci si deve riunire per dire che non si vuole più pagare nulla… visto che non si può neanche fare una proposta formale, ripeto: è una provocazione.

Non voglio andare nel tecnicismo, né fare l’avvocato perché al momento c’è più bisogno di medici che di avvocati. Il messaggio è sbagliato a priori ed anche perché i ragazzi, anche quelli meglio disposti, hanno detto ma se volevano far giocare ancora a metà marzo! Cosa non ci è stato rivoltato contro quando abbiam chiesto di fermarci… Gli stessi presidenti che hanno fatto allenare i calciatori hanno chiesto adesso di non pagare. Basti questo per giustificare il nostro disappunto in un momento nel quale occorre abbassare i toni.

Con la partenza di alcuni giocatori stagione serie A già conclusa? Ho abbandonato da tempo le sensazioni. Credo che in caso di pandemia fosse dovuto che i calciatori stranieri lasciassero il nostro Paese. Sulle aspettative, mi concentro per farmi trovar pronto nel caso in cui l’epidemia ci desse l’opportunità di riprendere, possibilità che ci sarà solo se sforeremo nella stagione successiva. Stiamo lavorando alle implicazioni, contratti, campionati per darci un’opportunità in più. Se non sarà possibile non dipenderà da noi, ma non dobbiamo farci cogliere impreparati, i medici stano lavorando sui protocolli e noi dobbiamo lavorare sulle cose serie, che uniscono, non dividono. Poi le singole persone hanno la facoltà di negoziare i contratti”.