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LUNEDÌ 19 AGOSTO 2019 - DAL WEB

CALCIO E FINANZA - RAI: «SKY HA ARBITRARIAMENTE NEGATO I DIRITTI CHAMPIONS»


I soldi sono stati trovati e i diritti comprati, SKY ha arbitrariamente negato l’efficacia dell’acquisto


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Calcio e Finanza

“Rai si è attivata per garantire ai propri telespettatori la visione delle gare di Champions League in modo tempestivo, puntuale e rigoroso”. È quanto sottolineano fonti Rai, in merito al contenzioso con Sky sulla trasmissione delle gare in chiaro di Champions League per le prossime due stagioni.

Come riporta l’Ansa, le stesse fonti ricordano che “il 25 gennaio la Rai ha esercitato l’opzione, il 30 Sky ha replicato di non considerare efficace l’opzione esercitata da Rai, è seguito un incontro a fini conciliativi il 7 febbraio (obbligatorio perché imposto dal contratto lo imponeva prima) e, a distanza di meno di 60 giorni (il 5 aprile), è stato depositato il ricorso”.

“I soldiprecisano le fonti – sono stati trovati, e i diritti sono stati comprati. È Sky che ha arbitrariamente negato l’efficacia dell’acquisto, avendo ricevuto una offerta superiore da RTI. Lo sforzo economico di Rai è stato notevole; se Sky avesse rispettato l’accordo, saremmo stati l’unico servizio pubblico in Europa a trasmettere le gare di Champions League in chiaro. Avendo un contratto scritto con Sky per la trasmissione delle gare di Champions League, abbiamo ritenuto inaccettabile alzare la posta. Peraltro, come concessionaria del servizio pubblico non ci è consentito spendere più di quanto già concordato”.

La Rai contesta la posizione di Sky, sostenendo che la tv satellitare – rilevano ancora le fonti – “ha aumentato la dimensione dei propri diritti, raddoppiando il numero di gare da poter trasmettere in esclusiva assoluta, potendo contare su una esclusiva assoluta riguardo a tutte le piattaforme utilizzabili, avendo il diritto di trasmettere le riprese televisive di 16 dei 20 “top match” di Serie A, e potendo offrire i prodotti del calcio Serie A su canali DTT pay”.

Inoltre – proseguono le fonti – “se prima un tifoso delle prime otto squadre con bacino di utenza più ampio aveva la possibilità di seguire le partite della propria squadra potendo scegliere tra offerta Sky e Mediaset Premium, quest’ultima a valori molto più contenuti, ora l’utente non ha altra opzione che transitare da Sky”.

Posizione che, tuttavia, viene definita “infondata” dal Giudice nell’ordinanza relativa al ricorso, poiché, tra le altre cose, “Sky aveva infatti perso i diritti di trasmissione a pagamento sul 30% delle partite che aveva ottenuto nelle precedenti stagioni, e non era più in grado di proporre ai suoi abbonati un’offerta completa di tutte le partite di un’unica squadra né tantomeno di coprire tutte le fasce orarie delle partite di serie A”.