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SABATO 16 SETTEMBRE 2017 - INTERVISTE

BENEVENTO, IL PRESIDENTE: "MI AUGURO DI NON PERDERE PER INESPERIENZA. AL NAPOLI INVIDIO DUE TALENTI"


Vigorito parla alla vigilia della sfida contro gli azzurri


 
     
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A cura di: Mary Cesaro
Fonte: Il Roma

Napoli-Benevento non è una partita qualsiasi per Oreste Vigorito. Soprattutto per un uomo che vive in riva al Golfo e da giovane seguiva le gesta di Maradona e Careca. Il presidente del club sannita è pronto a vivere il suo primo derby con gli azzurri in uno stadio che conosce molto bene. Domani pomeriggio entrerà dalla porta principale al San Paolo con la sua squadra guidata da Marco Baroni. Una soddisfazione unica per un imprenditore che nel giro di un anno solare è riuscito a passare dalla serie C alla A. Assieme a suo fratello Ciro si era ripromesso di portare il Benevento nel calcio che conta e c’è riuscito. Peccato che l’altro presidente non ha potuto festeggiare in campo la promozione contro il Carpi ma da lassù avrà esultato lo stesso.

Allora presidente è emozionato per questa supersfida con il Napoli? «Emozionato no. Piuttosto sono curioso di capire cosa succede non solo sul piano sportivo ma anche su quello sociale e personale. A Napoli ci sono stati i fuochi d’artificio quando abbiamo conquistato la serie A e quindi suppongo che ci sia un feeling. Mi farebbe piacere constatare che non venga annullato per una partita di calcio...».

Anche lei è molto legato a Napoli.... «Certo, non dimentico di vivere in questa città. Le racconto un aneddoto che nessuno sa. Il primo regalo del diploma da parte di mio padre è stato un abbonamento di Curva B. All’epoca tifavo per Careca, Giordano, Maradona. È naturale che adesso tifo Benevento ma non nascondo che conservo nel mio cuore la prima simpatia. Sono curioso di vedere la mia reazione. Una sconfitta eventuale sarebbe meno amara. Mi auguro che sia una bella partita».

La sua gestione del Benevento è già nella storia: è stato l’unico club che in un anno solare è passato dalla serie C alla serie A.... «Personalmente ho sempre cullato dei sogni. E sono belli quando si avverano. È successo raramente che una famiglia investa come noi e resti per undici anni in C. Facendo un attimo i conti, tenendo presente i i casi Monopoli e Sorrento, noi abbiamo conquistato una promozione ogni due anni. C’è poco da fare: il lavoro e gli investimenti devono dare dei risultati. A lungo andare qualche sforzo viene anche ricambiato».

Come ci si sente ad essere il presidente di un club che dopo 88 anni di storia è entrato nel calcio che conta?
«Un uomo da solo non può fare nulla. Tanti sono stati i fattori. Prima di tutto l’entusiasmo. Abbiamo fatto un finale di stagione in maniera splendida. La città, che inizialmente era pessimista, ci ha sostenuto».

Sì ma si prenda qualche merito anche lei....
«Se proprio devo peccare di modestia allora dico che ho avuto la capacità di non aver esonerato il mister nei due mesi di crisi. Da febbraio fino a metà aprile abbiamo consumato tanti punti. C’erano molti corvi sul Benevento e su Baroni. In quel momento ho avuto la razionalità di capire di non mandarlo via. Nel calcio arriva sempre il momento nero. Ho utilizzato i miei dieci anni di esperienza. Quando si cambia si ammette di aver sbagliato. Ne ho fatti tanti di sbagli ma ora sto cercando di limitarli».

Questa nuova esperienza la porterà ad entrare negli stadi più importanti d’Italia. Però i tifosi del Benevento al San Paolo saranno solo 1.100.... «Ho addebitato questa mancanza di biglietti al Napoli. Mi è dispiaciuto molto. Noi abbiamo ufficialmente richiesto un aumento della disponibilità alla società azzurra e non abbiamo avuto risposta. Anche il cugino di campagna se viene a trovarti la casa è sempre aperta.... Mandare mille biglietti per una partita che si gioca in uno stadio di sessantamila spettatori è davvero poco. Che posso dire, mi auguro che quei mille fortunati riescano a stare al passo dei napoletani».

Che partita si aspetta? «Che i miei ripetano la gara con il Torino. Abbiamo giocato contro tanti campioni domenica scorsa. L’attacco granata vale da solo l’intera città di Benevento. Poi la solita ingenuità ci ha portato alla sconfitta per la seconda volta. A Napoli mi auguro di non perdere per inesperienza. Non me ne voglia nessuno, ma se blocchiamo il Napoli sarà una bella soddisfazione. E come aprire una bottiglia di champagne anziché una di spumante».

Giuntoli lo conosce bene visto che lo voleva con lei tre anni fa. Se avesse potuto, quali giocatori gli avrebbe chiesto per il suo Benevento? «Un centrocampista e un esterno. Purtroppo sia Allan che Insigne non sono alla portata del Benevento e allora non ho chiesto nulla. Lorenzo l’ho incontrato in serie C col Foggia quando c’era anche Sau e ci castigò. Speriamo che non segni di nuovo a noi...».

Le sue figlie Rosanna e Valentina hanno un complesso sportivo a via Caravaggio dove tanti giovani napoletani ci vanno per imparare il calcio scegliendo i colori giallorossi.... «È un progetto molto bello ed è una cosa che stiamo conquistando giorno dopo giorno. Raggruppiamo circa 400 ragazzi che scelgono noi per professionalità e competenza. Ma al di la del calcio abbiamo un centro che dà sfogo a 4mila napoletani. Abbiamo tre piscine, sei campi di calcetto e un parcheggio di 400 auto. Le ragazze hanno creato un polmone di verde dove prima si portavano a spasso i cani....».