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GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO 2017 - STAMPA

ATALANTA, GENERAZIONE DI FENOMENI E IL NAPOLI RISPONDE CON INSIGNE


Settore giovanile bergamasco e settore giovanile azzurro a confronto


 
     
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A cura di: Myriam Novità
Fonte: Il Mattino

Insigne è l’unico italiano titolare del Napoli e l’unico proveniente dal settore giovanile azzurro protagonista in prima squadra negli anni della gestione De Laurentiis, quelli in cui il club è arrivato attualmente ad occupare il dodicesimo posto nel ranking Uefa con 19.316 punti (in vetta c’è il Real). Una crescita esponenziale che è passata attraverso l’individuazione e la valorizzazione digiocatori di talento acquistati da altri club (vedi gli ultimi esempi di Diawara e Zielinski) ma con un solo protagonista della rosa attuale formatosi in casa, Insigne (lo individuò l’ex responsabile Santoro dall’Olimpia Sant’Arpino), oltre al portiere Sepe (gli altri quattro italiani in rosa sono Giaccherini, Maggio, Pavoletti e Tonelli); ma ci sarebbe anche l’italo-brasiliano Jorginho. Quest’anno Sarri sta aggregando spesso con la prima squadra il giovane difensore centrale Marco Milanese, 18 anni, nato ad Isernia, molto duttile che può giocare anche da laterale ed è stato convocato tre volte per partite ufficiali.

L’oro di Zingonia. Nell’Atalanta che gioca sabato al San Paolo sono cinque gli italiani: Masiello, Spinazzola, Petagna, Caldara e Conti (gli ultimi quattro impegnati fino a ieri a Coverciano nello stage con l’Italia di Ventura con gli ultimi due provenienti dal settore giovanile di Zingonia). Caldara gioca con la nazionale under 21, difensore centrale, si trasferirà alla Juve a giugno, un investimento da 19 milioni. Completa il reparto con Andrea Conti, terzino che piace a mezza serie A e anche al Napoli, e ha segnato nell’ultima partita di campionato il gol decisivo contro il Crotone. La sua riserva è Raimondi, anche lui cresciuto nel settore giovanile come Grassi, oltre a Bastoni e Melegoni, due ragazzi che Gasperini ha fatto esordire in prima squadra. Le altre stelle della Primavera sono Capone, Latte (in gol in coppa Italia contro il Torino) e il portiere Mazzini un ‘98. E nell’undici base nerazzurro c’è il fiore all’occhiello Kessiè, di nazionalità ivoriana, ma formatosi anche lui a Zingonia dove arrivò a 19 anni: dopo sei mesi in Primavera giunse la promozione in prima squadra dove si è subito imposto all’attenzione dei grandi club, tra i quali anche il Napoli. L’altro pezzo pregiato, il centrocampista Gagliardini, è stato ceduto per 22 milioni all’Inter nella sessione di gennaio.

Il settore giovanile bergamasco. Investimenti diversi: il club orobico investe 4 milioni, più o meno il doppio rispetto al club azzurro. Ma ovviamente non solo quello: filosofie e tradizioni differenti, soprattutto territori diversi dove operare. In Campania le difficoltà per prendere i giovani migliori sono enormi perché la concorrenza è altissima con i club di tutti Italia impegnati alla ricerca dei talenti più interessanti tanto è vero che tantissimi giocatori campani (da Donnarumma a Immobile e a tanti altri) brillano in altre squadre di serie A. A Bergamo e provincia invece è radicata l’appartenenza dei ragazzi più bravi al club orobico: tutti i migliori passano quasi obbligatoriamente per il centro sportivo di Zingonia. L’Atalanta da sempre lavora in maniera certosina sul settore giovanile, una fabbrica di campioncini messa su negli anni da Mino Favini che è stato sostituito da Maurizio Costanzi. Numeri importanti quelli del settore giovanile orobico che è il migliore d’Italia e paragonato a quello dell’Athletic Bilbao: 313 giovanissimi calciatori, 270 italiani e 43 stranieri. Una tradizione che va avanti da anni, tantissimi i talenti sfornati dall’Atalanta che si sono poi affermati nei grandi club fino ad arrivare alla nazionale, l’ultimo esempio Bonaventura (in questo momento ko per infortunio) protagonista del Milan e dell’Italia. Altri giovani ceduti di recente sono stati Brivio (trasferitosi al Genoa), Baselli e Zappacosta, tutti e due passati al Torino. Altre cessioni illustri quelle di Consigli (Sassuolo) e Colombi (Cagliari), più indietro nel tempo quelle di Gabbiadini e Padoin. Un elenco infinito di giovani cresciuti a Bergamo e affermatisi in A tra i quali Montolivo, Morfeo, Zaza, Pazzini, Lazzari.

Il settore giovanile azzurro. Dal 2014 è guidato da Gianluca Grava, ex difensore del Napoli di Mazzarri, che sta tracciando le basi per un futuro importante, l’allenatore della Primavera è Giampiero Saurini che fa giocare i giovani allo stesso modo del Napoli di Sarri proprio per consegnare in caso di necessità ragazzi già pronti all’uso. Negli ultimi anni qualche elemento proveniente dalla Primavera ha esordito in serie A (vedi Roberto Insigne, Maiello, Lasicki, Luperto che ora stanno giocando in serie B rispettivamente con Frosinone, Latina, Carpi e Spezia). Altri ragazzi del settore giovanile stanno giocando in prestito in altri club di serie inferiori: Contini (Taranto), Tutino (Carrarese), Palmiero (Akragas), Anastasio (Albinoleffe), Prezioso (Virtus Francavilla), Celiento (Viterbese), Gaetano (Messina), Bifulco (Carpi), Romano (Prato). La Primavera si allena a Lusciano, le altre squadre giovanili a Sant’Antimo che ospita tutte le gare di campionato delle varie categorie. Con la presidenza De Laurentiis sono stati vinti due trofei Berretti (2005 e 2011), la Viareggio Junior Cup (edizione under 15) nel 2011, ed è stata raggiunta la finale della coppa Italia Primavera persa contro la Juve nel 2013. L’Atalanta ha una bacheca piena: a giugno scorso le squadre under 17 e under 15 hanno conquistato gli ultimi titoli nazionali.

Il futuro. La cantera azzurra è un vecchio pallino del presidente De Laurentiis, quest’anno la Primavera sta facendo registrare un miglioramento in classifica rispetto alla scorsa stagione (attualmente è sesta). L’Atalanta allarga intanto i propri confini del settore giovanile all’estero: ieri ha firmato un protocollo d’intesa per incentivare il calcio nella Repubblica del Congo potenziandone i centri di formazione già presenti. Sottoscrizione congiunta del documento dell’amministratore delegato Luca Percassi, insieme al ministro dello sport del Paese africano, Leon Obimpat, a cui è stata consegnata una maglia nerazzurra personalizzata con il numero 10 (quello del Papu Gomez).